
di F.B.
La solitudine può esporre gli anziani a un ventaglio di rischi digitali assai ampio e variegato, di notevole impatto e con dei risvolti, talvolta, alquanto inaspettati. Ricordo, ad esempio, come non molto tempo addietro un distinto signore del Centro Italia, ottuagenario, ma molto intraprendente, fiero e risoluto, fu esortato dal proprio avvocato a contattarmi per una consulenza tecnica informatico-forense su una situazione che lo stava affligendo da alcuni mesi: a suo dire era divenuto bersaglio di azioni diffamatorie e di bullismo on line da parte di alcuni coetanei, fomentati dalle maldicenze di un conoscente, anch’egli anziano, con cui l’ottantenne aveva avuto, in precedenza, un diverbio. Successivamente, il conoscente, che era anche suo vicino di casa, aveva iniziato a spiarlo con l’intenzione di ricavare elementi utili a vendicarsi, diffondendo poi tutta una serie di fandonie, all’interno della cerchia di contatti (tutti anziani) che i due avevano in comune, tanto da isolarlo. Il venticello della calunnia si era quindi trasformato, nel frattempo, in un uragano cibernetico. Appare subito evidente come questa che vi ho raccontato non sembri affatto una storia che possa coinvolgere dei “nonnini”, eppure è proprio quello che può verificarsi anche in aree non certo di periferia e in contesti socio-culturali di tutto rispetto.

In altri casi invece, non sono pochi gli anziani a cader vittima di alcune forme di adescamenti e truffe on line, anche come conseguenza di fake news non prontamente riconosciute come tali. Ciò si è manifestato soprattutto in concomitanza con la pandemia, a partire dal periodo buio segnato dalle chiusure. Da lì in poi questi fenomeni non hanno conosciuto alcun tipo di arresto, che anzi sono andati moltiplicandosi.
Se da un lato è vero che questi tipi di minacce on line e cioè i vari raggiri perpetrati via Web, possono insidiare e colpire indiscriminatamente un po’ tutti gli utenti, senza distinzione di età e sesso, non vi è dubbio che, a parità di SMS o di mail di phishing ricevuti, oppure a parità di contatti malevoli instaurati sui social, gli anziani risultano essere fra i soggetti più vulnerabili. Ed ecco perché oggi su @donneconloscudo vogliamo parlarne, per sensibilizzare sul problema e fornire alcuni piccoli scudi pronti all’uso.
ll tema dei rischi on line correlato agli anziani è un argomento scarsamente trattato, nonostante sia importante e assuma una rilevanza sociale di non poco conto. Tuttavia, quando accadono episodi di attacco, di qualsiasi tipo, a utenti di una certa età si tende infatti a minimizzare e a liquidare la faccenda rapidamente, a volte con un sorriso e un po’ di compassione, fermandosi sic et simpliciter a constatare che la persona in questione vittima della violenza, del danno e dell’inganno on line era anziana. Di più non si pensa, non si dice, non si fa. Al contrario semmai, talora, si finisce col biasimare e colpevolizzare l’anziano, facendolo sentire ancora più solo e manchevole.
La solitudine contemporanea degli anziani e la loro vulnerabilità digitale.

La solitudine tra gli anziani è un fenomeno in forte crescita. Circa il 20% delle persone over 65 vivono da sole, senza alcun contatto con gli altri, se non incontrando qualcuno in media una volta a settimana. Il 52% degli anziani soli può fruire del sostegno di non più di una o due persone. Nell’epoca contemporanea i motivi alla base dell’allargamento del fenomeno della solitudine degli anziani sono molteplici: sono mutate le dinamiche famigliari e le priorità, i coniugi e gli amici vengono a mancare, a causa di malattie correlate anche a un invecchiamento che si protrae più a lungo rispetto al passato e, non da ultimo, a una maggiore mobilità geografica, la quale, rispetto a un tempo, caratterizza molto la società e l’economia di oggi. Anche quest’aspetto incide in misura assai significativa. Molti anziani hanno infatti figli e nipoti in altre città o all’estero. Come se non bastasse, la pandemia da COVID-19 ha aggravato la situazione, provocando un’ esacerbazione della solitudine e dell’isolamento sociale. Tali fattori hanno inoltre finito per causare un peggioramento, un’accelerazione e a volte anche un’insorgenza di problemi di salute pscio-fisica, prima fra tutti la depressione, che è l’anticamera dell’auto-isolamento. Benché in via teorica sia possibile sviluppare un’opera di formazione degli anziani sull’uso di computer, smartphone e Internet, quali strumenti certamente buoni perché in grado di rivelarsi efficaci nel far sentire meno soli ed esclusi gli anziani, tuttavia, nella pratica, tali progetti non sortiscono quasi mai e pienamente l’effetto sperato. Gli anziani, infatti, spesso ritengono di essere troppo vecchi per imparare qualcosa di nuovo, oppure rigettano l’idea su due piedi o, ancora, possono incontrare delle difficoltà ad accedere a servizi culturali ed iniziative formative di questo tipo, benché gratuite. Allo stesso tempo, però, la solitudine li spinge ad andare ugualmente online, senza una preparazione di base adeguata. All’interno di un quadro che è fisologicamente contraddittorio, poiché è connaturato alla terza età, è chiaro come gli utenti anziani finiscano per essere molto più vulnerabili ai pericoli digitali, con la conseguenza che la loro esposizione a minacce come il phishing, le truffa e l’accesso non autorizzato ai dati personali sia maggiore e diversa rispetto a quanto non accada ad altri utenti. Gli anziani, mentre desiderano dei contatti e cercano quindi di connettersi con altre persone online, non hanno tuttavia le competenze digitali elementari necessarie per relazionarsi in maniera sicura; al contempo, però, tendono a rifiutare l’approccio formativo tradizionale.
Ecco che gli utenti anziani possono diventare il bersaglio privilegiato di malfattori online che, spacciandosi per dipendenti di organizzazioni legittime, li convincono a fornire informazioni personali o a comunicare i dati bancari e finanziari. Recentemente, un signore anziano è stato vittima di falsi investimenti in criptovalute. In questo caso, la motivazione per cui l’inganno era andato a segno è dipesa tanto da un generale stato di noia e di solitudine, quanto dalla curiosità di provare una “cosa moderna”, di cui quel signore aveva sentito parlare in televisione. La criptovaluta gli aveva regalato un interesse, uno stimolo.
Ancora, gli utenti anziani e soli possono facilmente cliccare su link pericolosi o scaricare file infetti da virus e malware. Ransomware. Fra i vari pericoli, si pensi, ad esempio, alle mail di phishing, a oggetto solidaristico, alle cui (fantomatiche) cause utenti anziani e soli possono essere particolarmente sensibili. Senza le giuste conoscenze e competenze digitali, gli anziani non possono ovviamente raggiungere quella consapevolezza minima e indispensabile per tutelare al meglio la propria privacy online e scongiurare il più possibile violazioni di sicurezza informatica.
I 5 motivi per cui la solitudine incrementa i rischi online per gli utenti anziani.
Ma quali sono in particolare le cause correlate allo stato di solitudine che innalzano il livello di rischio on line per l’anziano? Le cause, come ho già descritto in parte, sono più d’una e spesso agiscono in combinazione fra di loro. Volendo riepilogarli, i motivi per cui la solitudine accresce i rischi cui possono andar incontro gli anziani su Internet sono:
Maggiore vulnerabilità. Ho anticipato nei precedenti paragrafi come le persone anziane che soffrono di solitudine possano essere più vulnerabili. La ricerca di compagnia e le possibilità di connessione attraverso le varie piattaforme social rendono gli utenti anziani più propensi a impegnarsi in interazioni via Web, senza esercitare la cautela e lo scetticismo necessari. Questa maggiore fragilità può trasformarli in target assolutamente ideali.
Sfruttamento emotivo. Gli anziani soli sono maggiormente suscettibili a forme di manipolazione emotiva via Internet. Gli attaccanti possono approfittare del senso di isolamento e del desiderio di compagnia per approfittare delle emozioni di questi utenti e causare loro perdite finanziarie ingenti, oltre alla sottrazione e alla divulgazione e vendita dei loro dati personali.
Riduzione della rete di supporto. La solitudine può determinare per le persone anziane una forte compressione della rete di supporto. Possono infatti venire a mancare famgliari o amici in grado di fornir loro le informazioni e l’ausilio per le attività online. La carenza o l’assenza di assistenza rende più concreta l’eventualità di cadere vittima di truffe online e di condividere informazioni personali con attori malevoli.
Mancanza di conoscenze tecnologiche. La solitudine può essere associata a una mancanza di famigliarità con le tecnologie digitali, anche solo in termini di racconti e di scambio d’informazioni ed esperienze, anche per via indiretta. Si pensi all’anziano e al rapporto con figli e nipoti. Le persone anziane che sono digiune di conoscenze e non hanno dimestichezza nell’uso delle piattaforme digitali e dei servizi online possono incontrare non poche difficoltà a riconoscere le potenziali minacce o anche semplicemente a navigare in sicurezza. Questa mancanza di alfabetizzazione tecnologica e soprattutto di consapevolezza può renderli più indifesi di fronte agli attacchi di phishing, al download di malware e alle truffe online.
Aumento della dipendenza online. La solitudine può condurre a una maggiore dipendenza dalle interazioni online, ritenute queste come mezzo primario rimasto loro per comunicare. Questa dipendenza può determinare che gli anziani trascorrano troppo tempo online, impegnandosi con individui o comunità sconosciute e dunque a esporsi inavvertitamente a numero assai elevato e diversificato di minacce e cyber attacchi, per un arco temporale assai prolungato.

Affrontare l’impatto della solitudine sui rischi online per gli anziani richiede pertanto un approccio multiforme. Si tratta di svolgere un’operazione delicata e complessa, in cui bisogna promuovere innanzitutto le connessioni sociali e la predisposizione di reti di supporto adeguate, multidisciplinari e trasversali, quindi pensare ed elaborare un percorso di alfabetizzazione, purché sia sviluppato adattandolo alle specifiche esigenze degli anziani, in una prospettiva psicologica e fisica. Tutto questo deve essere messo a terra e concretizzato prima ancora di pensare di sensibilizzare gli utenti anziani sulle minacce online e incoraggiarli nell’adozione di misure di privacy e sicurezza quando si è in Rete, poiché guardare solamente a tale ultimo aspetto come fosse l’unico obiettivo si rivelerebbe cosa insensata e inutile. Non dimentichiamoci che se siamo qui è anche grazie a loro. Glielo dobbiamo.