
Il cyberbullismo è un tipo d’odio on line ad personam, ossia una forma di hate speech, per dirla secondo il diritto nordamericano, attuata in Rete, contro un singolo individuo.
Riconoscerlo non è sempre agevole, poiché il bullismo on line condivide solo parzialmente con il bullismo tradizionale definizione e caratteristiche. Per tale ragione si comprende bene perché il cyberbullismo non possa essere liquidato semplicemente come la trasposizione digitale del bullismo, per così dire, vecchia maniera, come invece spesso si legge o si sente affermare.

Il bullismo elettronico è un fenomeno per sua natura complesso e, come i fatti di cronaca purtroppo quotidianamente ci raccontano, è un tipo di violenza altamente insidioso. Basti pensare anche solo all’ultimo anno e mezzo di pandemia, le cui chiusure hanno segnato un’ escalation non solo delle violenze domestiche contro le donne, spesso precedute, fra l’altro, da azioni di spionaggio elettronico, ma anche dei casi di cyberbullismo, alcuni dei quali sono attualmente collegati all’altro fenomeno, quello delle delle baby gang, tornato a imperversare a seguito delle riaperture.
Essere in grado di riconoscere tempestivamente se si è diventati bersaglio di bullismo on line è dunque fondamentale, poiché il tempismo è tutto, sia per ragioni sia di ordine tecnico che di supporto psicologico. La difficoltà dei ragazzi e dei bambini di saper discernere e di riuscire identificare le azioni di bullismo on line nei loro confronti è legata alle dinamiche di gruppo e al fatto che spesso gli autori tendono a giustificare il loro comportamento circoscrivendolo come scherzo, per quanto sia pesante, volgare, sleale, tremendo.
Per queste ragioni, se, ad esempio, ti trovassi di fronte a:
- ripetuti messaggi offensivi, osceni, a commenti volgari e molesti inviati per provocare e suscitare un flame, cioè uno scontro verbale sul Web; oppure
- se assistessi o fossi oggetto di pettegolezzi propagati on line, via smartphone, su WhatsApp, ad esempio, all’interno di gruppi e/o sui social al fine di denigrare e rovinare la reputazione tua o di qualcuno che conosci; o ancora,
- nei casi di post o d’inoltro di dati, per lo più di immagini o video imbarazzanti (esempio di contenuti di sexting, video in cui vi è un soggetto vittima di un’aggressione, eccetera o anche di immagini e/o video contraffatti); o
- se si scoprissi furti d’identità on line, di profili social, ma anche di profili falsi creati appositamente per mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima, postando a suo nome testi sconvenienti o altro materiale disdicevole;
- se ti trovassi in presenza di contenuti veicolati per ridicolizzare te o altri (body shaming), attraverso messaggi sul cellulare, nei gruppi, sui social network, eccetera. Oppure:
- a ripetuti contenuti intimidatori e minacciosi, a seguito dei quali sentissi profondamente minata la tua serenità e pace interiore o vedessi assai turbato qualcuno che conosci,
allora si tratterebbe di cyberbullismo.
Questi sono tutti esempi concreti che mentre non esauriscono la varietà delle condotte di ciberbullismo che possono essere messe in atto on line, sono però certamente utili per cogliere i tratti generali che il bullismo digitale ha in comune col bullismo tradizionale e che sono essenzialmente tre:
- l’intento da parte dell’aguzzino d’ infliggere un danno al bullizzato
- la ripetitività dell’azione
- l’asimmetria di potere fra il bullo e il bullizzato, il quale non può o non sa difendersi.
Tuttavia, tutte queste azioni, essendo realizzate tramite Internet, fanno del bullismo on line qualcosa di più e di diverso rispetto al bullismo tradizionale, ragion per cui, è bene ribadirlo, il primo non è la mera versione elettronica del secondo.
Infatti ricordatevi sempre che:
- Internet è un poderoso amplificatore di offese, è una sorta di megafono, dove l’audience, la platea presso cui espandere la violenza on line è pressoché illimitata e gratuita e le connessioni sono teoricamente infinite.
- Internet non dimentica: se una lettera d’insulti, di minacce, puoi strapparla e quindi piano piano passerà nel dimenticatoio, il web rende impossibile ciò. I post violenti permangono, i motori di ricerca restituiscono immediatamente quei risultati perché indicizzati. Benché esistano strumenti per rimuovere e ripulire la reputazione on line, si perde di fatto il controllo del giro che fa ciò che è immesso in Rete, a causa della viralità della stessa. Inoltre, i materiali precedentemente scaricati da altri utenti possono poi essere re-immessi in circolazione successivamente, senza che se ne abbia contezza tempestivamente, in una sorta d’interminabile circolo vizioso.
Ecco perché riconoscerlo, saperlo identificare e agire subito, aiutando e facendosi aiutare è di vitale importanza. Letteralmente.